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domenica 19 marzo 2017

16.03.17: a Kinpun con visita al Kyaiktiyo (Golden Rock)


Oggi, stomaco permettendo, saliremo finalmente a visitare il famoso Kyaiktiyo, o Golden Rock, la terza destinazione più visitata del Myanmar, dopo Bagan e Mandalay. Intanto noi abbiamo tutta la notte cercando, dopo aver preso le pastiglie di carbone attivo, di rimettere a posto lo stomaco dopo la “crisi di rigetto” di ieri sera. A colazione riusciamo a malapena a bere un tè nero e un mezzo toast sperando che il carbone attivo ci rimetta in sesto la flora intestinale. Solo verso mezzogiorno la situazione inizia a migliorare, tanto da riuscire a bere una coca cola e mangiare delle banane. Decidiamo cosi di tentare l'avventura di salire sul Kyaitktyio a vedere la rocca dorata. Vedi la foto anticipata a lato. La salita ai 1'100 metri del monte, è molto ripida e si deve fare con dei camion con il ponte appositamente predisposti per portare 60 persone schiacciate assieme come sardine.
I mezzi partono appena sono completi il percorso è in gran parte a senso unico alternato. Sono solo una decina di km ma, malgrado la strada sia asfaltata lo sballottamento è notevole. Il nostro stomaco resiste però bene, contrariamente a due bambini davanti a noi che devono ricorrere al sacchetto di plastica. Arrivati al posteggio finale inizia un cammino fra negozi di souveniers e venditori di tutto quanto si può mangiare e bere. E' impressionante vedere così tanta gente di ogni età e costituzione a camminare verso la roccia sacra. Un vero pellegrinaggio buddista di massa. Sono anche molti i monaci, fra i
quali spiccano quelli con i tablet o gli smartphone a fotografare o telefonare. Si vede che la modernità e la tecnologia è entrata anche nella vita dei conventi buddisti. Prima dell'entrata del tempio paghiamo la tassa d'entrata prevista solo per gli stranieri. Poi eccola li davanti a noi, la roccia pericolante dorata a fare bella mostra in cima alla montagna e sotto l'intenso sole, tanto intenso che la gente cerca di sfruttare ogni centimetro quadrato di ombra. Lo spettacolo è suggestivo, non tanto per sasso dorato, ma per la massa e la devozione della gente venuta da chissà dove. Intanto si fa sera e con
il calare del sole non si finisce di scattare foto della roccia, ma molte di più della gente e tutto quanto ci circonda. Non mancano i turisti che si fanno portare a spalla nella barelle di bambù. Verso le sei di sera quando scendono gli ultimi camion scendiamo anche noi con come vicini due vallesani di Sion. Loro sono appena arrivati in Myanmar e hanno previsto più o meno lo stesso nostro itinerario. Arrivati in basso ci fermiamo nel vicino ristorante del Bawga Hotel per iniziare a mettere qualcosa nello stomaco, che non è ancora stabilizzato. Ci limitiamo a del riso con pollo per me e con uova per

Maggie. Rientrati alla Guesthouse ci facciamo consigliare dalla gentile addetta allo sportello dei bus su come continuare per andare fino al Lago Inle, nostra prossima destinazione. La signora non c'è, ma al telefono dice di passare da noi in camera per darci tutti i dettagli e procurarci i biglietti. Dopo i chiarimenti sulle varie possibilità fra bus e treno, optiamo per andare in bus con partenza domani alle 10 per Shwenyaung vicino all'Inle Lake. Continueremo poi da qui il viaggio verso Mandalay con il treno.

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