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giovedì 30 marzo 2017

30.03.17: Volo Yangon – Doha e visita città

Sopra il delta dell' Irrawaddy
Abbiamo prenotato ieri il taxi alle 5 del mattino, per aeroporto a circa mezzora di distanza dal centro di Yangon. All'hotel ci danno gentilmente una Breackfast-Box per la colazione. In viaggio avuto un'interessante conversazione con il taxista, anche sulla situazione politica attuale. Lui è di etnia Mon e dice di essere molto contento quando può andare a visitare la famiglia fra le tranquille montagne della sua regione al confine con la Thailandia. Conversando sui temi e problemi di politica etnica interna si esprime sempre dicendo in “my country”, non “in Myanmar” e si dice fiducioso che i conflitti etnici che hanno portato alla rovina il paese dopo l'indipendenza siano per sempre risolti.
 La fiducia è in gran parte posta alla leader Aung San Soo Kiy, anche se la leadership militare cercherà di mantenere il potere ancora a lungo. La sua preoccupazione maggiore è però la sempre maggiore presenza di cinesi in ogni settore economico, lui preferirebbe che sia meglio controllato e che sia lasciato più spazio ad altri, vedi Thai, europei o USA. Intanto siamo arrivati lo salutiamo dopo avergli augurato un brillante futuro in armonia per il “suo paese”.
All'aeroporto tutto arrivati al check-in, ecco il primo problema; il mio sacco che consegno non avendo un biglietto stop-go non posso
riceverlo a Doha, ma va direttamente a Milano, mentre quello di Maggie supera il peso per essere portato in cabina. Ci tocca quindi fare un travaso per avere, per me, il necessario per una notte a Doha e per Maggie il bagaglio sotto i sette kg. Non ci riusciamo, ma per un kg e mezzo ci fanno un'eccezione. Poi tutto OK alla Migration e all'imbarco. Prima del quale facciamo giusto in tempo a prenderci due cappuccini al costo esorbitante di 10 CHF e spendere gli ultimi Kyats in tasca. Decollo in perfetto orario con il sole che già rischiara il celo e permette di vedere per lungo tempo le zigzaganti ramificazioni del
fiume Irrawaddy che sorvoliamo lentamente. Il mio pensiero va ai 130'000 morti, qualcuno dice addirittura 300'000, del ciclone Nargis che si abbatté nel 2008 proprio sulla regione del delta che stiamo sorvolando. Il volo QS-919, con un Airbus 330-300 della Qatar Airway è senza problemi, con un atterraggio da manuale arriviamo a Doha, alle 11.15, con 15' in anticipo pur essendo partito 15' in ritardo. Alla Migration invece di concederci il visto gratuito di 96 ore per transito, ci danno quello regolare per un mese al costo di 100 Ryal, cioè 35 CHF, cerco di fargli capire cosa vogliamo, ma non
capisce ragione. Mi dice, anche per una sola ora si deve pagare! Vedrò poi più tardi sui documenti della Qatar Airways che avrei dovuto richiedere tramite loro il visto, almeno 7 giorni prima. Sarà per la prossima volta. Usciti, cambiamo la banconota da 100US$ che in Myanmar non voleva nessuno per poi prendere un taxi per il Tourist Hotel già prenotato via booking.com. Qui la temperatura si aggira sui trenta gradi, ma l'aria è molto secca, alleviata però, in particolare vicino al mare, da un leggero vento. Preso possesso della spaziosa e ben arredata camera, partiamo subito a piedi per visitare
quanto possibile durante un pomeriggio e la sera. Per primo passeggiamo sulla El Corniche, un lungomare, tutto fiori, palme e prati verdi. Un contrasto estremo con il deserto che qui circonda tutto. Davanti al mare un enorme edificio a cubi attira ala nostra attenzione avvicinandoci vediamo che è il Museum of Islamic Art, che decidiamo sul momento di visitare. Sarà molto interessante l'esposizione temporanea di opere artistiche antiche dell'India, Persia, Asia centrale e Turchia. Sono molto interessanti le sale dedicate alla scrittura e alle varie opere ornamentali con i tipici disegni e ghirigori
arabi. Poi continuiamo il percorso fra uomini vestiti di bianco e donne in nero, in burka e non dirigendoci verso il Souq, il tipico affollato mercato arabo di Doha. Molto bello e coinvolgente girare fra i vari negozi di spezie, frutti secchi, noci e datteri. In uno di questi ci facciamo una scorta di noci cash, pistacchi e curry. Girando a zonzo ci imbattiamo prima in un parcheggio di cammelli, e poi in vari centri di addestramento e mostra dei falchi. In un ristorantino libanese ci fermiamo per dissetarci con dei succhi di frutta e tè, qui la birra è tabù, e mangiare de hummus con pane arabo. Poi gira e gira fra i negozi e bancarelle per quasi perdere l'orientamento. Un gruppo di uomini seduti per terra e vestiti in costume tradizionale suona e canta per intrattenere i passanti. A cena troviamo un ristorante indiano per l'ultima cena del viaggio, che però purtroppo alla prova dei fatti non ci
soddisferà particolarmente, anche se per ordinare si consulta il menù con foto e tutti i dettagli, invece che su un menù cartaceo, su di un tablet. A cosa serve tutta la messa in scena tecnologica se poi su quatto piatti che ordiniamo due non sono disponibili e quello che riceviamo è mezzo abbrustolito! Rientrati poi in taxi al Tourist Hotel prenotiamo per le 5.30 di domani mattina il viaggi con il bus gratuito dell'hotel fino all'aeroporto.

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