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giovedì 23 marzo 2017

22.03.17: da Kalaw a Mandalay

Ci svegliammo con i primi raggi del sole ed il cielo sereno, ma con una temperatura da primavera europea. Fatto poi colazione infreddoliti, ed in compagnia di molti giovani sulla terrazza dell'hotel RailRoad. Ci scambiamo varie info con un giovane Belga che sta facendo il percorso inverso del nostro. Anche per lui che viene da Mandalay con 35 - 40 gradi, la temperatura qui è da polo nord! Facciamo poi una camminata con i bagagli fino alla strada principale, per attendere la partenza del MiniBus delle 9.00 davanti all'agenzia Boss Travel, nelle quale avevamo comperato i ticket ieri. Il nostro MiniBus dopo aver caricato tutti all'interno ed i bagagli sul tetto, parte alle 9.15.

Chiesto info sulla stazione di arrivo; mi assicurano che è quella di Thiri Mandalar, al centro di Mandalay. Il percorso è all'inizio montuoso con tante curve e vari cantieri di lavori, ma poi segue la grande zona pianeggiante ed agricola sulla valle che ospita Mandalay. A metà discesa il bus si ferma per un passeggero che deve rimettere tutto. Qui vedo una scena che non mi sarei aspettato: l'autista con un tubo dell'acqua innaffia le ruote che  emettono una forte emissione di vapore dai freni surriscaldati. Non mi pare un'operazione senza rischi, ma se lo fanno vuol dire che funziona. A circa metà strada ci fermiamo in un anonimo ristorante di campagna per fare  pranzo. Sul percorso passiamo da Thazi, Myittha, Kyaukse. 
Arriviamo a Mandalay alle 14.30, con anticipo, ma ecco la sorpresa siamo qui alla stazione a sei km a sud del centro, dove non vogliono saperla di portarci. Non servono le nostre proteste e quelle di un passeggero locale che si rifiuta dimostrativamente di scendere dal Bus. Anche il conducente del bus ed il suo subalterno sono un po imbarazzati, per finire accettiamo di fare tutti assieme il viaggio fino in centro in taxi per 5'000Kyats (3.75 CHF) . Noi scendiamo davanti all'hotel ET-1, che però dopo aver fatto il solito sopralluogo non ci convince; è pulito, ma senza finestre verso l'esterno è un po'
claustrofobico. Faccio un giro di ricognizione nei dintorni e trovo il Nylon, si si chiama proprio Hotel Nylon e si trova non molto lontano dal perimetro della fortezza. Visto che è ancora presto partiamo
per fare un giro a piedi fino all'interno della fortezza ed assistere li l tramonto del sole. Ma dopo una lunga camminata e dopo aver costeggiato il lungo canale esterno che delimita il perimetro della fortezza, ci rendiamo conto delle distanze in gioco. Solo il lato della fortezza è di due km! Nell'angolo sud-ovest ci imbattiamo in un punto dove i passanti danno da mangiare ai piccioni con impressionanti
scene di stormi di piccioni a buttarsi per prendere il cibo, vedi foto. Vere scena da Hitchkock con i piccioni al posto dei corvi. Raggiungiamo l'entrata ovest della fortezza, ma con nostra sorpresa da qui gli stranieri non possono entrare. Ci facciamo spiegare da un conducente di motorbyke le opzioni possibili a quest'ora della giornata. Non ci resta altro che salire su due motorbyke e farci portare al Green Elefant, un ristorante di cucina Birmana fra i più popolari di Mandalay. Ci mettiamo il casco e partiamo così per un viaggio in moto fra il traffico serale per ca 5 km per raggiungere il bello ed posto con l'accattivante atmosfera di un ristorante all'aperto. Qualche moskito, combattuto però con l'artiglieri pesante, tanto fumo provocato bruciando del curry .. pare che sia qui la ricetta migliore e sembrerebbe che funziona!

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