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mercoledì 25 gennaio 2017

25.01.17: a Kandy

La giornata inizia con il cielo nuvoloso e con brevi tratti piovigginosi, ma poi si stabilizzerà e avremo anche momenti di sole. Dopo la colazione srilanchese davanti alla nostra camera, partiamo per visitare quella che è la capitale culturale del paese, un po' la Firenze dello Sri Lanka.  Fatta la discesa a piedi fra le stradine del quartiere, arrivati sulla strada principale ci facciamo portare in tuk tuk fino al centro della città dicendo a conducente “to the city center. Ed ecco che veniamo scaricati con nostra sorpresa davanti all'entrata di un enorme centro commerciale di sette piani.

La sorpresa finisce però quando ci accorgiamo che il suo nome è proprio City Center, per fortuna non è però molto lontano del vero centro con i vari templi ed il bel lago che caratterizza Kandy. Il centro commerciale offre tutto quanto si può trovare anche da noi, sia come “food”, vedo Burger King, KFC, Gelateria, sia come “non food”, ma a noi serve per salire i quattro piani per uscire all'altezza del lago. Andiamo poi subito a visitare la fastosa entrata del Tempio del dente. Il tempio più importante per i Buddisti dell'isola, perché vi viene conservato come un reliquia un dente del Budda. Noi però preferiamo rinunciare ad entrare nell'affollato Tempio centrale per vedere quello che si può vedere sulle foto delle guide turistiche. Preferiamo girare attorno al tempio, immergendoci fra i fedeli che vi entrano con le loro offerte, per andare a visitare il Museo internazionale del Buddismo. Museo molto ben strutturato con la parte centrale sul Buddismo dello Sri Lanka con i suoi vari orientamenti locali. I vari altri locali disposti su due piani, sono dedicati al Buddismo in ognuno dei paesi asiatici dove viene praticato. All'entrata scopriamo che il Buddismo ha anche una bandiera, con i colori e la simbologia scelti nel 1950 da una speciale commissione, vedi foto a lato. Nel museo non si potrebbe fotografare, ma per la bandiera ci fanno un'eccezione. Molto belle sono le sale dedicate al Myanmar, alla Thainlandia e alla Cina. Pare che i vari oggetti esposti sono stati donati da privati o dai vari monasteri. Noi ci soffermiamo particolarmente sul quello cinese per capire come viene trattato il tema del Tibet. In un settore al limite fra la parte cinese e quella dell'Asia centrale vi è lo spazio dedicato al Tibet, Buthan e Sikhim, dove viene detto che questo tipo di Buddismo, anche detto Lamaismo ha conservato nel tempo, oltre al potere religioso anche quello politico come forma di governo. Ecco il motivo perché i cinesi non accetteranno mai il ritorno del Dalai Lama in Tibet, anche se lui dice di essere solo la fguida spirituale, de facto sarebbe anche a capo del governo! Passate almeno due ore in questo interessante museo, che ancora una volta mi ha fatto capire quanto diverso e variegato sia il Buddismo nei vari paesi asiatici. Motivo principale di questa situazione anarchica è la mancanza di una struttura gerarchica e un punto di riferimento centrale, come il Vaticano, Gerusalemme o La Mecca, tanto per fare un confronto con le religioni monoteiste. In questo senso il Buddismo mi è molto “più simpatico”, non ci fosse, almeno per me, il tema della reincarnazione e del ruolo della donna nella struttura religiosa. Trovo però che la reincarnazione sia stata una buona cosa per evitare la crudeltà con gli animali che Budda ebbe a vedere ai sui tempi. Facendo credere che ogni animale potesse essere la reincarnazione di un parente, chi potrebbe correre il rischio di maltrattare o uccidere un nonno, o qualsiasi famigliare già morto?
Finita questa incursione storica nel Buddismo ci fermiamo in riva al lago per uno spuntino facendoci poi convincere dal cameriere a partecipare allo spettacolo di danza locale nel vicino teatro. Poi facciamo a piedi il giro del lago fra anatre, corvi, cormorani, varani e tartarughe per andare a prenderci un buon caffè nella zona dei templi, prima di andare al teatro. Teatro che in poco tempo è pieno straripante di turisti, in gran parte cinesi e giapponesi. Lo spettacolo di un'ora e mezza è molto variato con la rappresentazione di varie danze in costumi Kandyani. Ne è valso veramente la pena, anche se l'ultima parte con il puzzolente passaggio a piedi sui carboni ardenti potrebbe essere evitato. Anche perché accendere il carbone con il diesel non è buona cosa! Noi finiamo poi la serata in una terrazza di un Pub con una birra e uno spuntino in compagnia di due coppie di canadesi che ci raccontano delle loro avventure da queste parti; sono 18 anni che dicono di passare l'inverno fra Thailandia, Indonesia e Sri Lanka.

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