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venerdì 3 febbraio 2017

02.02.17: Anuradhapura con visita a Mihintale


Per prima cosa stamattina, ancora prima di colazione, affrontiamo il trasloco di neanche cento metri; dal City Resort al French Garden.che avevamo visto e prenotato ieri sera. Qui paghiamo lo stesso ma abbiamo una camera molto più grande, meglio arieggiata al primo piano con finestre verso l'esterno e con un bel spazio esterno per sedersi e fare colazione fra le piante ed i fiori. Buonissima ed abbondante colazione continentale servita da Rajth il nostro cameriere tuttofare. Poi partiamo con un bus appena fuori sulla strada principale per andare al vicino paesino di Mihintale a circa mezz'ora di viaggio.


Qui arrivati scendiamo prima del centro nella zona d'entrata del Tempio e del complesso archeologico. Da qui parte una lunga camminata sui 1'450 scalini per giungere, passando da diverse rovine storiche, fino alla piattaforma più alta dove si trova la Dagoba principale di Mahaseya con l'imponente stupa bianco che si dice custodisca un capello del Buddha.. Mentre su quella più bassa e su una collinetta laterale troneggia una grande statua del Buddha in posizione seduta. Sulla piattaforma centrale vi sono il convento e vari piccoli templi, ma la parte più spettacolare è un roccia laterale con magnifica vista a 360 gradi sulla pianura circostante. Da qui vediamo anche varie Stupa di Anuradaphura in lontananza di ben 15 km. Ma l'attrazione maggiore, vedendo anche la fila dei visitatori, è la Aradana Gala una roccia monolitica di una cinquantina di metri di altezza che sovrasta la terrazza principale. La salita è però molto ripida e pericolosa data l'irregolarità degli scalini. Se è poi fatta con i calzini come provo a fare io diventa una vera sfida. Arrivo fino sotto la sommità, ma poi preferisco rinunciare ad andare oltre e limitarmi a scattare le foto da qui. La roccia riscaldata dal sole è caldissima, senza calzini scottano i piedi, con i calzini invece si rischia scivolare … meglio essere prudenti … farsi male qui, solo per voler arrivare in cima, non sarebbe proprio il massimo! Il complesso con i vari templi e rovine disseminate nella montagna è abbastanza faticoso da visitare, ma ne vale
veramente la pena, anche se la fastidiosa pseudo-guida che ci segue insistentemente e difficile da scaricare, è molto tranquillo.Sono molto pochi i turisti visti oggi, mentre fanno bella presenza i visitatori locali con i loro coloratissimi vestiti. Rientriamo cosi un po stanchi per andare al nostro French Garden a rinfrescarci con un paio di Lion Bier seguite dalla cena a base stavolta di noodels, tanto per variare al solito immancabile riso.

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