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martedì 14 febbraio 2017

12.02.17: da Jaffna a Mannar


Per poter prendere uno dei primi bus per la lontana destinazione di oggi ci alziamo presto e lasciamo la Guesthouse senza colazione. Colazione, o qualcosa di simile, che faremo poi in centro in un tipico ristorante bugigattolo locale, che serve e vende di tutto e di più. Anche se le regole minime di igiene sono molto poco considerate da questo locale ci adeguiamo ad ordinare quanto di più per noi possa apparire igienicamente sicuro. Il caffè è una specie di brodaglia oscura estremamente dolce, mentre da mangiare prendiamo delle apparentemente fresche paste sfoglie con uovo o verdura che scegliamo direttamente dalla vetrina.
Il problema è che non si sa mai su quanti tavoli e mani siano passati, visto quello che viene servito e non mangiato ritorna nella vetrina. Vedendo poi le condizioni delle toilette dove tutti vanno a lavarsi le mani è meglio non farsi troppi e sperare negli anticorpi che abbiamo con noi! Prima di partire facciamo un piccolo rifornimento di banane e biscotti, che sicuramente non ci creano problemi. Devo però dire che a a parte qualche problema di adattamento iniziale alle spezie piccanti, non abbiamo mai avuto problemi di stomaco.
Il viaggio in bus di oggi è con un bus privato (bus blu) e parte già alle ,ognuno si rimette in piedi, guadando di traverso il guidatore, ma senza fare una parola. Usciti da Jaffna il bus attraversa la paludosa zona delle lagune interne per poi continuare attraverso il nuovo ponte di Poneryn che permette di dover ritornare attraverso il passo dell'elefante da dove siamo venuti in treno. Segue poi un lungo bel percorso in una regione poco abitata fra foreste, lagune, risaie e pascoli con mucche capre. Anche oggi abbiamo un guidatore in stile Spedy Gonzales, ma per fortuna su questo percorso c'è poco traffico. Raggiungiamo poi verso mezzogiorno la penisola di Mannar, ben riconoscibile sulle carte geografiche in quanto questa è come un corridoio che va verso l'India. E' infatti qui passaggio più breve fra l'isola e il continente, e secondo i geologi e certe ricostruzioni storiche vi doveva essere qui un collegamento percorribile a piedi. Arrivati alla stazione dei bus di  troviamo subito a poca distanza la stranamente colorita Mannar Guesthouse, dove il gentile proprietario ci concede la camera migliore al primo piano. Qui fa molto caldo e per dissetarci dal lungo viaggio ci scoliamo un litro ci coca cola! Poi sistemato tutto in camera ripartiamo con un bus locale per andare fino a Talimannar alla punta estrema della penisola, che in realtà sarebbe un'isola dato che il collegamento all'isola è in realtà attraverso un ponte artificiale. La zona che percorriamo è scarsamente abitata e presenta una vegetazione particolare con piante che finora in Sri Lanka non avevamo mai, visto, vedi baobab e palme con enormi coriacee foglie che vengono usate per costruire le recinzioni. Talimannar è un animato villaggio di pescatori, con un pittoresco faro, stazione di arrivo della ferrovia e quello che resta del porto di partenza delle imbarcazioni per l'India. Fino all'inizio della guerra civile da qui partivano i ferry regolari per l'India. Fa bella mostra un cartello con delle immagini di come era a quel tempo, dove si vede il carico sul ferry di un VW Bus. Ora del molo in ferro di quei tempi è rimasto una pericolosa struttura di ferraglia arrugginita. Noi ci accontentiamo di fare delle foto senza andare oltre a primi dieci metri del pericolante molo. Un conducente di tuk tuk ci convince poi di andare fino alla reale punta dell'isola, quello che viene chiamato l'Adam's Bridge, o ponte di Adamo; da dove si dice che arrivarono facendo dei lunghi passi da isola a isolale divinità indiane fino in Sri Lanka. Qui assistiamo ad uno spettacolare tramonto del sole sul mare davanti a noi. Mentre è diventato notte, con l'ultimo bus rientriamo a Mannar, per poi cenare con un menù tipico locale in un ristorantino musli del centro Quindi qui “sory no Bier today”.

8.30 non lontano dal mercato centrale. Come il solito percorre la prima parte fino all'uscita della città, strombazzando quasi a passo d'uomo per caricare più passeggeri possibili. Facendo la rotonda attorno alla torre dell'orologio il bus fa una brusca frenata e tocca leggermente un motociclista facendolo cadere a terra senza alcuna conseguenza. Il motociclista si rialza, si scusa e riparte. Sul bus invece tre passeggeri che erano in piedi finiscono lungo e tirati sul pavimento, uno addirittura sul predellino per salire sul bus. Nessun lam


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