Arrivo a Koh Lipe, Thailandia |
Dopo aver fatto colazione già alle otto in uno dei pochi bistrò
aperti 24 ore su 24. Fatto poi un giro di ispezione nei vari negozi di
sovenirs, ma non troviamo niente, ne di utile ne di interessante.
Faccio l'ultimo bagno in mare
prima di fare i preparativi per la trasferta internazionale di oggi
pomeriggio. Oggi infatti lasceremo la Malesia per entrare in
Thailandia, nel punto più a sud; l'isola di Koh Lipe. Puntuale a
mezzogiorno arriva il furgoncino Toyota con otto posti per portarci
fino al molo di Telaga, all'altro estremo dell'isola, vicino alla
stazione di partenza della Caable Cab (funivia) che sale fino ai
1'200m del Gunung Cingat, le seconda montagna per altitudine
dell'isola di Langkavi.
Al molo di imbarco nella punta
più a sud dell'isola, mentre siamo in paziente attesa dell'imbarco
conosciamo Daniela e William, una coppia di zurighesi su
ritorno in Thailandia dopo due giorni a Langkawi. Intanto dopo
esserci presi un buon espresso con un panino al bar ci appestiamo a
svolgere le complicate procedure migratorie e doganali. Dopo la
compilazione del modulo d'entrata in Thailandia, controllo e
ricontrollo dello stesso, prima dell'imbarco, ci vengono ritirati i
passaporti. Il viaggio in Speedboat è tranquillo senza problemi, a
parte un gruppo di invadenti e maleducati anziani francesi che
sgomitano non poco per salire sull'imbarcazione prima degli altri.
Arrivati a Koh Lipe, visto che non vi è un molo, attracchiamo prima
su una piattaforma galleggiante per poi essere trasportati a riva
tramite un longtailboat, le tipiche imbarcazioni Thai con il motore
fuoribordo e l'elica che gira alla fine di un lungo tubo che alzano e
abbassano per navigare. Qui sulla spiaggia salta subito all'occhio la
trasparenza dell'acqua di questa bella spiaggia, si riesce a vedere
ogni cosa sul fondo anche a vari metri di profondità. Poi inizia
l'attesa dello scarico dei bagagli la riconsegna ad uno ad uno, con
appello nominale, dei passaporti. I nostri sono i prima, ma siamo
chiamati proprio mentre stiamo recuperando i bagagli. La trafila
migratoria non è però finita; dopo la ricezione dei passaporti
dobbiamo ancora fare la fila davanti lo sportello della Thai
imigration per avere il timbro di entrata con il permesso di tre
mesi, Ricerca alloggio, mentre Maggie mi attende in un ristorante sulla
spiaggia. Alloggio che troviamo proprio in centro sulla in apparenza
tranquilla Walking Street, dove ordiniamo un red snapper e dei frutti
di mare di nostra scelta che mettiamo nel cestello per farli
grigliare.
Cena al ristorante più grande e meglio rifornito, ma con un servizio
un po caotico, della Walking Street. Maggie dopo una lunga attesa ed
un paio di solleciti però arriva tutto cotto eccessivamente. Il Red
snapper è diventato un Black snapper, per non dire un Carbon
snapper. Ci accorgiamo del colore solo alla fine e reclamando alla
padrona cassiera, oltre alle scuse, ci viene ridotto il coso
dell'intera cena alla metà. Compensiamo poi con dei dolci tipici
locali alla noce di cocco presso un bancarella volante con un tipo
che canticchia il ritornello; “coconut, so nat, then Bath” (noce
di cocco, cosi buone per dieci Bath). Bath è la moneta Thai e vale
attualmente ca 33 per un CHF. Tanti si lamentano che è troppo alta,
ma oramai i prezzi sono di molto cresciuti anche in questo che era
ancora pochi anni fa il paese economico per eccellenza!. Prima di
rientrare all'alloggio passiamo all'agenzia vicina per prenotare il
tour di domani alle varie isole con snorkeling.
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