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domenica 26 febbraio 2017

24.02.17 da Langkawi a Koh Lipe, Thailandia

Arrivo a Koh Lipe, Thailandia
 Dopo aver fatto colazione già alle otto in uno dei pochi bistrò aperti 24 ore su 24. Fatto poi un giro di ispezione nei vari negozi di sovenirs, ma non troviamo niente, ne di utile ne di interessante. Faccio l'ultimo bagno in mare prima di fare i preparativi per la trasferta internazionale di oggi pomeriggio. Oggi infatti lasceremo la Malesia per entrare in Thailandia, nel punto più a sud; l'isola di Koh Lipe. Puntuale a mezzogiorno arriva il furgoncino Toyota con otto posti per portarci fino al molo di Telaga, all'altro estremo dell'isola, vicino alla stazione di partenza della Caable Cab (funivia) che sale fino ai 1'200m del Gunung Cingat, le seconda montagna per altitudine dell'isola di Langkavi.

Al molo di imbarco nella punta più a sud dell'isola, mentre siamo in paziente attesa dell'imbarco conosciamo Daniela e William, una coppia di zurighesi su ritorno in Thailandia dopo due giorni a Langkawi. Intanto dopo esserci presi un buon espresso con un panino al bar ci appestiamo a svolgere le complicate procedure migratorie e doganali. Dopo la compilazione del modulo d'entrata in Thailandia, controllo e ricontrollo dello stesso, prima dell'imbarco, ci vengono ritirati i passaporti. Il viaggio in Speedboat è tranquillo senza problemi, a parte un gruppo di invadenti e maleducati anziani francesi che sgomitano non poco per salire sull'imbarcazione prima degli altri.
Arrivati a Koh Lipe, visto che non vi è un molo, attracchiamo prima su una piattaforma galleggiante per poi essere trasportati a riva tramite un longtailboat, le tipiche imbarcazioni Thai con il motore fuoribordo e l'elica che gira alla fine di un lungo tubo che alzano e abbassano per navigare. Qui sulla spiaggia salta subito all'occhio la trasparenza dell'acqua di questa bella spiaggia, si riesce a vedere ogni cosa sul fondo anche a vari metri di profondità. Poi inizia l'attesa dello scarico dei bagagli la riconsegna ad uno ad uno, con appello nominale, dei passaporti. I nostri sono i prima, ma siamo chiamati proprio mentre stiamo recuperando i bagagli. La trafila migratoria non è però finita; dopo la ricezione dei passaporti dobbiamo ancora fare la fila davanti lo sportello della Thai imigration per avere il timbro di entrata con il permesso di tre mesi, Ricerca alloggio, mentre Maggie mi attende in un ristorante sulla spiaggia. Alloggio che troviamo proprio in centro sulla in apparenza tranquilla Walking Street, dove ordiniamo un red snapper e dei frutti di mare di nostra scelta che mettiamo nel cestello per farli grigliare.

Cena al ristorante più grande e meglio rifornito, ma con un servizio un po caotico, della Walking Street. Maggie dopo una lunga attesa ed un paio di solleciti però arriva tutto cotto eccessivamente. Il Red snapper è diventato un Black snapper, per non dire un Carbon snapper. Ci accorgiamo del colore solo alla fine e reclamando alla padrona cassiera, oltre alle scuse, ci viene ridotto il coso dell'intera cena alla metà. Compensiamo poi con dei dolci tipici locali alla noce di cocco presso un bancarella volante con un tipo che canticchia il ritornello; “coconut, so nat, then Bath” (noce di cocco, cosi buone per dieci Bath). Bath è la moneta Thai e vale attualmente ca 33 per un CHF. Tanti si lamentano che è troppo alta, ma oramai i prezzi sono di molto cresciuti anche in questo che era ancora pochi anni fa il paese economico per eccellenza!. Prima di rientrare all'alloggio passiamo all'agenzia vicina per prenotare il tour di domani alle varie isole con snorkeling.

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